Progetti Regionali per Persone Sorde

Zoffoli e Boschini: “Duecentomila euro dalla Regione per favorire l’autonomia e piena realizzazione delle persone sorde” 

Il finanziamento è frutto di un percorso condiviso tra la Regione e le principali Associazioni Regionali delle persone sorde presenti e operanti sul territorio regionale. 

La Regione Emilia-Romagna mette a disposizione, nel bilancio 2017 del Fondo sociale regionale, nella quota destinata alle iniziative di carattere promozionale e formativo, 200.000 a favore delle Associazioni che si occupano delle Persone sorde. A dirlo sono i consiglieri Paolo Zoffoli e Giuseppe Boschini, rispettivamente Presidente della Commissione Politiche per la salute e politiche sociali e vicecapogruppo del Pd, esprimendo la loro soddisfazione. 

“Si intende cofinanziare dei progetti presentati dalle Associazioni delle Persone sorde, frutto di un percorso condiviso iniziato nel 2016 tra la Regione e le principali Associazioni regionali delle persone sorde presenti e operanti sul territorio regionale, percorso che ha coinvolto diversi consiglieri del gruppo PD. In dettaglio -spiegano Zoffoli e Boschini- verranno destinate risorse a servizi di “Sportello di segretariato sociale”, al servizio di interpretariato Lis (Lingua Italiana dei Segni) e ad altre finalità proposte dall’Ens, Ente nazionale sordi Emilia-Romagna. Inoltre, un progetto per “Abbattere le barriere della comunicazione, per una società inclusiva anche per le persone sorde” particolarmente pensato per lo sviluppo delle capacità comunicative dei bambini audiolesi, presentato da Fiadda, Famiglie italiane associate per la difesa dei diretti degli audiolesi”. 

“Questo contributo, inedito nel bilancio della Regione, si pone l’obiettivo di integrazione delle persone sorde nella comunità regionale, di promozione della loro crescita, autonomia e piena realizzazione umana - concludono i consiglieri Zoffoli e Boschini– confermando ancora una volta l’attenzione delle politiche regionali in tema di tutela dei diritti per tutti e accesso paritario ai servizi”.