RES: primo bilancio sul provvedimento in commissione IV

Sono circa 11.000 le domande presentate dalle famiglie emiliano-romagnole nei primi quattro mesi di applicazione del Reddito di solidarietà (Res), una media di circa 90 al giorno. Il tema è stato affrontato in mattinata in commissione Politiche per la salute e politiche sociali.

L'obiettivo è tenere unita questa regione, i suoi cittadini: è innegabile che esista nella fascia più povera un bisogno di assistenza. 

Su un campione di 2.000 domande recepite dall’Inps la percentuale di quelle accolte è circa dell’85 per cento. Le famiglie che usufruiscono della misura regionale (Res) sono mediamente più anziane rispetto alle beneficiarie della misura nazionale (Sia, oggi Rei). Il 60 per cento ha infatti un richiedente con più di 45 anni. Circa la metà dei nuclei ammessi al Res è composta da una sola persona. Inoltre, il Res è rivolto soprattutto a famiglie in cui si trova almeno una persona che lavora (lavori precari o poco pagati) ed è diretto principalmente a famiglie italiane.

I numeri citati dalla VicePresidente Elisabetta Gualmini evidenziano che lo strumento ha intercettato un bisogno e riesce a essere complementare al reddito di inclusione nazionale (REI). E' molto importante proseguire nell'opera di valutazione dei dati, rielaborati dall'Università di Modena, in particolare se il RES completa il percorso di predisposizione di progetti da tutti ipotizzato: in questo modo, oltre a dare un contributo concreto per superare la crisi, permetterà anche di avviare un percorso di reinserimento lavorativo protetto e guidato, per permettere alle persone beneficiarie di intervento di uscire da uno stato di difficoltà economica e sociale.