Sanità, liste d’attesa ridotte in Romagna

Segnalare un problema che riguarda la nostra sanità locale è utile e costruttivo e rappresenta un modo corretto di fare opposizione. Cercare di dimostrare, come fa il collega Pompignoli, che la sanità emiliano-romagnola fa acqua da tutte le parti e che il “carrozzone dell’AUSL Romagna” è giunto al capolinea solo perché a Cesena e a Forlì non sarebbe possibile prenotare l’ecocolordoppler sembra invece un po’ esagerato. 

Se si considera poi che quello stesso esame può essere fatto senza problemi nella stessa provincia, negli ospedali di San Piero e Modigliana, si capisce meglio che si tratta solo di una facile strumentalizzazione politica che lascia il tempo che trova.

La riduzione delle liste di attesa era un preciso impegno del programma elettorale del Presidente Bonaccini ed è stato uno dei primi obiettivi dell’attuale legislatura ad essere raggiunto. Parlano i dati: le ultime rilevazioni dimostrano che in Romagna il 97% delle prime visite e degli esami strumentali viene garantito entro 30 e 60 giorni. Il 1 gennaio 2015, quando la Regione Emilia-Romagna poteva già vantare una delle più efficaci sanità italiane, il dato era del 50%.

I risultati sono stati raggiunti grazie ad una riorganizzazione degli orari, con un aumento del personale medico e dell’offerta, con una semplificazione delle agende e con l’impegno di tutto il personale sanitario coinvolto. Mettere in ridicolo la nostra sanità significa sminuire tutto il loro lavoro. Se Pompignoli vuole dedicarsi ai problemi della sanità italiana guardi agli avvenimenti provocati dal suo stesso partito in Lombardia.